Prototipo
BIOGRAFIA
Sono nata nel 1963, l'anno in cui morì un importante scrittore turco: Nazim Hikmet. Una sua poesia mi descrive benissimo." Ho vissuto alla velocità dei sogni". Tra sfavillanti scintille. Ho piantato un albero di susine. Ne hanno mangiato i frutti. Meno male che ho amato la tristezza. Soprattutto la tristezza che nell' occhio delle pietre. Del mare dell'essere umano. E ho amato la gioia improvvisa. Meno male che sono stato in carcere. Ho amato l'inraggiungibile. In tutte le mie nostalgie. Meno male che ho amato il ritorno. Fine della poesia. Sono andata a scuola per diritto e ho vissuto a dovere, ma e' una fissazione il rispetto di sé stessi come ce l'ho io! Crescendo, e anche in età adulta, ho notato che il male e il bene, come pure l'odio e l'amore, sono costantemente e continuamente incombenti. Non esistono altri sentimenti, evidentemente! Un motivo a questo segretamente sono riuscita a darmelo, ma intanto,credo che questo disastro mondiale, potrebbe volgere al meglio, con semplicemente l'uso del "diritto"e del "dovere", come prettamente questione o circostanza personale, tanto qualcuno si e' impossessato di tutti i sentimenti in parole del vocabolario, cioè di tutto. Ecco, infine, un gioco, finalmente senza atrocità, con il quale a secondo di come conviene, puoi una soggettiva visione del proprio diritto o dovere, senza fare male a nessuno in quanto ció che per un attimo o per lungo tempo consideri dovere, per alcuni e' diritto, una moneta doppia faccia, che non deve essere pagata a nessuno, nessuno deve avercela imposta o tassata, e nessuno deve rubarla a qualcuno E per finire, potrebbe non essere un bisogno per chiunque, Soprattutto per te! Insomma se l' interpretazione del vivere raggiunge un protagonismo malato, si potrebbe pensare o insegnare che il diritto e il dovere codifica e risolve in fondo l'inevitabile vita . Persone che per dovere si ritengono autorizzate ad imporre ...Ai fatti compiono un loro diritto. Se qualcosa e' importante nella vita, e' grave darsi giustificazioni, sia per se stessi che per gli altri. Meglio vivere meglio, tanto riguarda a chi riguarda , come e' fatto dentro o fuori, come si suol dire. L'oggettività? Ma naturalmente la moneta!
STATEMENT ARTISTICO
Artista geniale amante del fare, mi rivolgo sempre, con il mio intuito, nel dare con l'arte, alle persone come me. Immagino gli altri come in un labirinto dove io trovo l'uscita per loro. Non lavoro mai contro nessuno. Ero una bambina concentrata sempre nel creare, avevo anche una grande ricercatezza nell' organizzare empaticamente spettacoli ai compagni. Fino ad un trasporto enorme, che e' un aspetto fondamentale della mia spiritualità artistica.............Un giorno vidi la "vecchia", camminare lentamente piegata, i bambini del paese avevano paura di lei, la chiamavano strega, stava tornando a casa sua........Mi nascondevo, la seguivo, non mi impauriva, una forza magica mi attraeva verso lei. Ad un tratto si accorse di me, e fece un gesto con la mano ad indicarmi d'entrare a casa sua. Dentro, tutto era bello, vecchio, pulito, o forse nuovo, caldo o accogliente.Dopo, la signora prese il pane taglió una grande fetta, e la corsparse di granelli brillanti dolcissimi. Il pane di grano, con lo zucchero, mentre uscivo da casa di lei, (Senza ricordarmi se ero stata gentile a ringraziarla) fu una delle cose più buone che ho mangiato in vita mia. Pensavo che lo zucchero costasse tanto, ma poi crescendo ho scoperto che costava quanto il sale, che forse si pensava costasse tanto. Perché gli adulti li dosavano con fatalità e parsimonia. Ma, invece, hanno soltanto un grandissimo valore, che non e' un costo esorbitante! Comunque, sono un artista che comprende le tante sfumature,che abbracciano e poi sfuggono via dall'essere umano, nel mentre si lascia andare partecipando alla vita, con la propria vivacità dell'indole.
ABSTRACT DELL'OPERA
L'opera e' intitolata "PROTOTIPO". Non sono molto avezza a comprendere la "testa", mia, o quella degli altri. Evito sempre questo...ESAMINARE. Nell'opera la foto che ritrae la bambina, era, un tempo, esposta nella vetrina dello studio fotografico di mio nonno. Un giorno mi chiamó, e con una performance molto enfatica, mi raccontó che un uomo passando davanti al negozio, vista la foto esposta cominciò ad aggredirlo, perché secondo lui quella era la sua bellissima nipotina, esposta alla mercé di tutti. La storia ,comunque, era appassionata e lunga (come forse era stata l'attesa mia per ricevere finalmente qualcosa da qualcuno collegato a me), però in quel momento tutto ciò che era vero o falso, giusto o sbagliato, finalmente non aveva più alcun peso, il mio SUPER IO C'ERA! La foto che mi ritrae spettinata, per me, nell'opera, interpreta l'ego. Profanamente inteso come intelligenza dell'adulto. L'accettazione come comprensione, che, in ogni cosa, come in ogni ambito , c'è un dato di fatto, di egual valore. Esempio si può togliere l'effimero dalla propria importanza senza sprofondare in una serietà malata? Si può violentare quello che e' importante, immaginando soluzioni contrarie? Si può togliere dalla costruzione di una casetta il piccolo vaso di fiori davanti al davanzale? Si può pensare di annientare tutte le formiche del mondo senza fare un danno grave, forse irreversibile? Si può condannare il tempo, che ha impiegato tanto, per fare il proprio lavoro, portando avanti così lo sfruttamento dell'idealismo ? Posso rompere una pietra e poi non vedere il suo interno? IO COME TUTTO, CIOÈ EGO. La foto centrale e' L'alter ego. Un aspetto formale del dare che riguarda tutti, accettare le conseguenze, vi ricorda qualcosa....nel bene e nel male! Siamo sinceri! La vita e' solo dare. Infatti gli anni passano...Il prototipo, per me, soprattutto nell'adolescenza, e' sempre stato rivelatore di come gli altri mi consideravano. Se si vuole sapere ogni cosa, come prima di...Se faccio questo o quello, cosa succede...Il proprio prototipo e' perfetto, e' come una sfera magica. Naturalmente bisogna volergli bene 🌏 al tipo di prototipo fisionomico. Mi sono scattata le due foto durante una malattia grave e dolorosa, configurarla (nel corpo, nelle priorità, e nella mente) per me, era importantissimo, se volevo poi pensare di farcela a vivere. Nelle foto ho visto una vecchiaia anomala , la malattia che mi guardava. Ho sentito tanta felicità nell'incontrare chi mi comprendeva, anche se era soltanto la mia immagine. C'era il blocco dell'affermazione affettuosa, si poteva vivere senza più elemosinare a nessuno nessuna considerazione, per paura di franare. Insomma un balzo in avanti e un atterraggio dolce. L'atterraggio e' dolce sempre, quando si accetta la fisiologia del proprio prototipo, la prova di questo consiste nel fatto che "si tanta bellezza", ti rende sempre e comunque autonomo, soprattutto nei confronti del " prima e dopo" , mai risolto da chi non si può concepire, e di conseguenza migliorare..Ma io nel mio caso direi proprio INVECCHIARE.



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